mercoledì 23 ottobre 2013

bambini e tecnologia

Un bambino di tre anni è un piccolo terremoto: non sta mai fermo, corre e gioca con tutto quello che trova. E’ un piccolo grande esploratore e tutte le sue scoperte, attraverso il gioco che per lui è creativo, gli permettono di “costruire” il mondo. Una scopa può essere un cavallo per cavalcare in una prateria… nella cucina di casa! Una orribile, vecchia bambola di pezza può essere compagna di giochi più della più tecnologica delle bambole!

Nelle esplorazioni bambine ci sono sconfitte, che sono forse qualche “no” di mamma, ma anche e soprattutto vittorie che hanno il gusto della sua carezza, del suo sorriso, dei suoi baci!

Un tablet computerizzato permette “grandi esplorazioni” da… fermi. I percorsi sono standardizzati o pilotati da un adulto, la fantasia libera è cancellata. I giochi sono ripetitivi e le vittorie o le sconfitte hanno il gusto di un suono meccanico. I colori sono belli, ma le immagini restano fredde, distanti. Ben altro rispetto all’abbraccio o l’approvazione di mamma!

La tecnologia è una grandissima opportunità. E’ indiscutibile. Ma le sue risorse si rivolgono alla parte cognitiva del cervello che matura in media intorno ai 21 anni.

Nei bambini invece il cervello dominante non è cognitivo ma emotivo. Loro ridono e piangono facilmente e parlano il “bambinese”, il linguaggio che “sente” e sa cogliere, in una frazione di secondo, il non verbale di uno sguardo, di un sorriso, di una carezza.

Un video, tablet, computer o televisione che sia, ha il potere immenso di ipnotizzare il bambino e bloccarlo. 

Straordinario! Niente più rischio che si faccia male, niente più capricci, niente più richieste… niente più bambino!


mercoledì 24 luglio 2013

Un pino solo al nord (Heinrich Heine)

Ein Fichtenbaum steht einsam
Im Norden auf kahler Höh.
Ihn schläfert; mit weißer Decke
Umhüllen ihn Eis und Schnee.


Er träumt von einer Palme,
Die, fern im Morgenland,
Einsam und schweigend trauert
Auf brennender Felsenwand.





Un pino, solo, al nord
Sta su una vetta brulla.
Ha sonno, e ghiaccio e neve
lo ammantano di bianco

E sogna di una palma,

Nel più remoto Oriente,
Che, sola, tace e soffre
Su una roccia rovente.

mercoledì 17 luglio 2013

Direttori d'orchestra

Kent Nagano
Nel panorama della musica classica ci sono ormai diversi direttori moderni - americani o asiatici -  con una sensibilità potremmo dire un po' new age e con un rapporto con l'orchestra molto easy, penso a Nagano o Dudamel.  
Bravissimi e pieni di energia, però che spettacolo quei vecchi direttori che tiranneggiavano gli orchestrali abbaiando i loro comandi con accento mitteleuropeo, quasi avessero ricevuto istruzioni segrete da Beethoven o Mozart in persona!  

mercoledì 19 giugno 2013

L'età della violenza

Più del 50% dei reati di violenza sono compiuti da giovani sotto i 20 anni. Il picco si ha attorno ai 17-18 anni.
Vari studi hanno poi dimostrato che i disturbi che portano a condotte violente iniziano a diminuire a partire dai 25-26 anni.




sabato 8 giugno 2013

Due genitori

I miei genitori erano molto affezionati alla morte. Era la loro cosa preferita. Da bambino mi sembrava che mio padre fosse votato alla morte. Tutto quello che diceva e i paragoni che faceva avevano sempre a che fare con la morte. Ricordo che una volta mi disse che il matrimonio era l'ultimo chiodo piantato nella bara della vita. Avevo circa otto anni. Entrambi i mie genitori, sia pure per ragioni diverse, vedevano nella morta la soluzione perfetta ai loro guai. Erano molto infelici assieme e credo che questo fatto li condizionasse molto. 

domenica 14 aprile 2013

La voce poetica

La voce che ci parla da una poesia, di chi è?

Pare scontato rispondere che è la voce del poeta, ma non è sempre così.
A volte è l'incoscio stesso del poeta che parla attraverso la poesia.
Altre volte quella voce che ci parla è la voce della poesia stessa o di qualche entità superiore.
Spesso in una poesia si sente la voce di altre poesie scritte in passato da altri autori, ecco allora che la voce dello poesia è la voce della tradizione poetica del passato.
Infine talvolta succede che sia la lingua stessa a scrivere la poesia e a parlarci attraverso di essa. Non si cercano parole per esprimere cose viste o pensate, ma sono le parole stesse a stesse a scrivere il discorso e a riempirlo di immagini, come in certe poesie surrealiste.

Poi naturalmente, e non di rado, la voce delle poesia è un insieme corale di tutte queste voci.

martedì 9 aprile 2013

Poesia d'amore dopo il decollo o con te sullo stesso aereo (Reiner Kunze)

Liebesgedicht nach dem start oder
mit dir im selben flugzeug

Sieh den schatten auf der erde den winzigen schatten der
mit uns fliegt

So bleibt die größte unserer ängste
unter uns zurück

Nie ist die wahrscheinlichkeit geringer daß der eine
viel früher als der andere stirbt



Poesia d'amore dopo il decollo ovvero
con te sullo stesso aereo

Guarda l'ombra sulla terra la piccolissima ombra
che vola con noi

Così la più grande delle nostre paure resta
sotto di noi, indietro

Mai più bassa sarà  la probabilità che uno 
muoia assai prima dell'altro

mercoledì 3 aprile 2013

Lavoro irreale

Gustav by Dargay-Nepp-Jankovics
Molti di noi fanno un lavoro che sembra quasi irreale. Lavorando in ufficio spesso è difficile vedere dei risultati tangibili del proprio lavoro. Cosa avete ottenuto di preciso alla fine di una giornata lavorativa? Quando la catena di causa ed effetto non è chiara è difficile vedere il risultato del proprio operato. 
Esiste un'alternativa? un lavoro di ufficio che sia più "reale"?

mercoledì 27 marzo 2013

Nessun Nome Dopo (Maria do Rosário Pedreira)


NENHUM NOME DEPOIS

De que me serviu ir correr mundo,
arrastar, de cidade em cidade, um amor
que pesava mais do que mil malas; mostrar
a mil homens o teu nome escrito em mil
alfabetos e uma estampa do teu rosto
que eu julgava feliz? De que me serviu

recusar esses mil homens, e os outros mil
que fizeram de tudo para parar-me, mil
vezes me penteando as pregas do vestido
cansado de viagens, ou dizendo o seu nome
tão bonito em mil línguas que eu nunca
entenderia? Porque era apenas atrás de ti

que eu corria o mundo, era com a tua voz
nos meus ouvidos que eu arrastava o fardo
do amor de cidade em cidade, o teu nome
nos meus lábios de cidade em cidade, o teu
rosto nos meus olhos durante toda a viagem,

mas tu partias sempre na véspera de eu chegar.



NESSUN NOME DOPO

A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valige; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un’immagine del tuo volto
che io giudicavo felice? A cosa mi è servito

respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso? Perché era solo dietro te

che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell’amore di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio,

ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.

Maria do Rosário Pedreira new honda crv




Maria do Rosário Pedreira new honda crv

venerdì 22 marzo 2013

Paganini illusionista

Paganini era certamente un fenomeno, aveva una tecnica perfetta e le sue dita si muovevano sul violin0 con una precisione e una velocità eccezionali.
Ma soprattutto sapeva vendersi molto bene. A volte prima di un concerto prendeva una lima e segava leggermente tre delle quattro corde del suo violino. Naturalmente durante l'esecuzione le corde si rompevano una alla volta e lui continuava a suonare imperterrito finendo il pezzo con una sola corda.
A suo concerti spesso le donne, ma non solo le donne, svenivano. Quando improvvisava qualche pezzo di atmosfera faceva abbassare le luci in sala, e quando le candele venivano accese nuovamente la sala era disseminata di spettaori in deliquio e corpi privi di sensi mentre chi poteva si adoperava con i sali per far rinvenire i fan.

giovedì 21 marzo 2013

Come il militarismo prussiano fornì ispirazione a Bach

Nel 1717 Bach venne assunto a Cöthen come Cappellmeister, cioè come direttore della Cappelle (l'orchestra di corte).
Cöthen era la piccola capitale di un territorio tedesco governato dal giovane principe Laopold.
Il principe Leopold a sua volta era era uno scapolo di 23 anni (quasi dieci meno di Bach) che amava la musica, i viaggi ed era un musicista dilettante (suonava la viola da gamba).

Pochi anni prima, nel 1713, in Prussia era salito al potere Federico Guglielmo I, soprannominato il Re Sergente perché militarizzò la Prussia facendola diventare una potenza militare. Ovviamente nel regno del Re Sergente, tutto ordine e disciplina, non c'era spazio per ciò che era considerato superfluo. L'architettura, la danza e la pittura erano giudicate inutili. I liberi intellettuali furono poco alla volta allontanati dall'Accademia di Berlino.
E così anche gli eccellenti musicisti della Cappelle di Berlino furono licenziati in tronco.

Non appena il principe Leopold apprese il fatto, convise sua madre - la regina reggente - ad assumere tutti i musicisti della prestigiosa Cappelle di Berlino che la sua corte potesse permettersi.
Così quando quattro anni dopo arrivò Bach, egli ebbe a disposizione i musicisti più raffinati e poté scrivere musica strumentale molto impegnativa dal punto di vista tecnico. Questo fatto fu decisivo: musicisti mediocri non avrebbero potuto ispirare Bach, né soprattutto sarebbero stati capaci di interpretare le sue idee.

martedì 19 marzo 2013

A sera vorrei andare (Luca Canali)

A sera vorrei andare
fino a tardi mischiato
ai ragazzi bastardi
della società, mai stati
al mare in serenità,
oziosi, ma forti, tediati,
ignari di conforti, degustatori,
seduti sul gradino d'un bar
chiuso, di gelati

(Luca Canali)

Ho la sensazione che questa poesia sia in qualche modo collegata al romanzo Al mare con la ragazza di Giorgio Scerbanenco. Certezza l'è morta.

Il verso in poesia

I versi non sono sempre stati scritti in colonna; per esempio molti copisti medievali scrivevano i versi uno di seguito all'altro come fosse prosa. Questo non generava alcuna confusione perché quei versi erano quasi sempre distinguibili per la rima, per la forma poetica adottata o per altri elementi strutturali.
Invece i versi della poesia odierna sono impensabili senza la scrittura in colonna perché se fossero scritti di seguito come in prosa non si sarebbe quasi mai in grado di stabilire la scansione del discorso voluta dal poeta.

Ad esempio, è relativamente facile capire quali e quanti sono i versi di questa strofa di Petrarca anche senza averla mai letta:


"Solo e pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti, e gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l’arena stampi."

mentre è impossibile riuscirci con Soldati  di Ungaretti
"si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"

domenica 17 marzo 2013

La violenza nei generi

Come si sa i comportamenti violenti sono largamente più frequenti nei maschi che nelle femmine. Difficile stbilire il perché. Alcune interessanti ipotesi in campo sono:
1) che il più veloce sviluppo delle competenze comunicative tipico delle femmine svolga un ruolo protettivo rispetto all'impulsività aggressiva;
2) che il maggior livello di empatia che mediamente le fammine- sin dall'età prescolare -  hanno verso gli altri - giochi un ruolo nella limitazione endogena dei gesti aggressivi;
3) che l'energia applicata nel rimproverare l'azione violenta è molto maggiore verso le femmine che verso i maschi. Il gesto aggressivo del figlio maschio è infatti mediamente più tollerato dai genitori perché viene inconsciamente percepito come indice di forza e di futura autoaffermazione

mercoledì 13 marzo 2013

Mozart e la libera professione

Fondamentale nella biografia di Mozart è la decisione di abbandonare il servizio musicale in una corte per mantenersi come libero professionista, vendendo la sua musica direttamente al pubblico di una grande città.
Lo stato di libero musicista durerà dieci anni, gli ultimi della sua vita.
All'inizio la sua attività privata è coronata da buoni successi che gli avrebbero permesso di sistemarsi per tutta la vita se solo avesse avuto un un decimo delle abilità di un Gluck o di un Grétry a navigare fra gli uomini.
L'anno d'oro è il 1785: il musicista si è ritagliato il suo spazio sulla scena viennese, è sposato da tre anni con Costanza Weber ed è entrato a far parte della massoneria. Viene dichiarato addirittura "il più grande compositore del mondo" niente meno che da Joseph Haydn.
Ma da lì in poi inizia il declino. Il suo rapporto con Vienna si raffredda e la corte e l'aristocrazia cittadina gli preferiscono Paisiello, Sarti o Martín y Soler. Mozart allora, abbandonata l'idea di tornare a Parigi perché il padre non gli finanzia il progetto, si rovolge a Praga che è una città musicalmente vivace e animata da uno spirito di concorrenza con Vienna. A Praga Mozart conosce i suoi ultimi successi: nel 1786 le Nozze di Figaro sono accolte con entusiasmo e nel 1887 tiene trionfalmente a battesimo il Don Giovanni.

martedì 12 marzo 2013

Bambini senza sonno

Sulla camomilla può essere utile fare una precisazione poiché spesso essa viene erroneamente considerata anche un rimedio per l'insonnia dei bambini. Questa informazione deriva dalla tradizione popolare, ma non è corretta.
In verità la camomilla è un atispasmodico. Quindi calmando gli spasmi addominali, che rendono frequentemente irritabili e insonni i bambini piccoli, si ottiene come risultato che il bambino si rilassi e si addormenti. Però se l'insonnia non è causata dagli spasmi addominali la camomilla può fare ben poco.
Quindi è sempre molto importante comprendere la causa dell'insonnia del bambino prima di decidere quale pianta officinale utilizzare.

lunedì 11 marzo 2013

Infertilità e depressione

Per la maggior parte delle mie pazienti la diagnosi di infertilità e la più triste eperienza di vita dopo la morte dei genitori. 
La percentuale di depressione tra le donne che soffrono di infertilità è paragonabile a quella che si ha tra le donne che soffrono di tumore o HIV.

I TOPINAMBUR - tuberi gustosi

Il topinambur (nome scientifico helianthus tuberosus) è arrivato in Europa a seguito dell'invasione dell'America. 

A partire da metà '500 fu coltivato al Giradino Farnese di Roma con il nome di "girasole articocco", essendo della stessa famiglia del girasole e avendo un vago sapore di carciofo. 

I principali costituenti sono i glucidi composti (per la quasi totatilità si tratta di inulina, il che lo rende adatto all'alimentazione dei diabetici) e le vitamine A e B.

Ha proprietà energetiche che lo rendono datto ai convalescenti e ai bambini.